
Primavera del ’97. All’epoca tredicenne annoiato, e anche un po’ sfigatello, cercavo ogni scusa pur di non studiare per gli esami di terza media. Così rinchiuso nello studio di mio padre iniziai a seguire il giro d’Italia in televisione, con l’audio spento per non farmi scoprire da mia madre.
Ricordo che in quegli anni un mio compagno di classe, Marco, seguiva il ciclismo e io lo sfottevo per quella passione così lontana da me “esperto” solo di calcio e F1.
Invece, in modo del tutto inaspettato, quello che era un passatempo divenne nel giro di pochissimo una passione travolgente. Tonkov, Cipollini, Rubiera e Pantani mi rapirono con le loro biciclette colorate e la potenza sovrumana che riuscivano a imprimere sui pedali.
In quel giro Pantani fu colto dalla storica sfortuna (un gatto nero attraversò il gruppo facendolo cadere e costringendolo al ritiro) ma, nel tour dello stesso anno, (oramai il ciclismo non era più una scusa per non studiare e il poterlo seguire ascoltando la telecronaca rendeva tutto più semplice) trionfò in cima all’Alpe d’Huez facendomi sognare il giorno in cui anche io avrei potuto pedalare su quelle rampe.

Così dopo tanti anni, diciassette, questa estate porterò le mie ruote in cima all’Alpe d’Huez e a altre mitiche salite francesi (Izoard,Vars, Agnello, Queiras, Monginevro, Lautaret, Galibier…) in compagnia degli oramai fidatissimi compagni di avventura Alessandro e Andrea.
I dettagli del viaggio possono aspettare, per ora godiamoci questo spettacolo.